Cari genitori,
da quasi due mesi il Coronavirus è entrato nella nostra vita quotidiana. Fulmineo, imprevedibile nei suoi sviluppi in una dimensione planetaria, ci ha costretti a condizioni di vita che mai avremmo immaginato e ci ha riempito gli occhi e il cuore della sofferenza di tante persone.
Per noi dell’Asilo ciò ha significato la chiusura della nostra attività. E sono sempre più ricorrenti le voci che confermano che le scuole non riapriranno presto!
È una vicenda che mette a dura prova tutti. I bambini innanzitutto, perchè perdono il contatto con i loro coetanei e si disabituano alla socializzazione. Ma anche i genitori che devono affrontare gravi problemi perché non è facile organizzare la giornata dei propri figli.
E anche la nostra Scuola è messa a dura prova perché la nostra vocazione non è chiudere le porte, ma rispondere al bisogno di educazione, perché abbiamo costi da sostenere e i nostri lavoratori dipendono da noi! Nemmeno durante la seconda guerra mondiale è accaduta una cosa del genere.
È una circostanza molto dura e pesante, la pazienza sta diminuendo e cresce i tutti noi l’insofferenza e la preoccupazione non solo emotiva ma anche economica.
Le nostre domande più ricorrenti sono “come faremo ad andare avanti?” e anche “ce la faremo?”.
Perché il nemico con cui ci troviamo a combattere non è solo il coronavirus, ma la paura. Una paura che sempre avvertiamo e che tuttavia esplode quando la realtà mette a nudo la nostra essenziale impotenza, prendendo in molti casi il sopravvento e facendoci a volte reagire in modo scomposto, portandoci a chiuderci, a disertare ogni contatto con gli altri per evitare il contagio, a fare provviste «se mai ce ne fosse bisogno», eccetera.
La domanda che sorge in questo momento, allora, è: “che cosa vince la paura? Che cosa vince l’incertezza?”
Forse l’esperienza più elementare di cui disponiamo in proposito (e voi giovani genitori lo sapete bene) è quella del bambino. Che cosa vince la paura in un bambino? La presenza della mamma. Questo «metodo» vale per tutti. È una presenza, non le nostre strategie, la nostra intelligenza, il nostro coraggio, ciò che mobilita e sostiene la vita di ognuno di noi.
In questo senso la risposta più convincente l’ho trovata nell’omelia di Papa Francesco nella veglia pasquale:
“All’alba le donne vanno al sepolcro. Lì l’angelo dice loro: «Voi non abbiate paura. Non è qui, è risorto» (Mt 28, 5-6). Davanti a una tomba sentono parole di vita… E poi incontrano Gesù, l’autore della speranza, che conferma l’annuncio e dice: «Non temete» (Mt 28, 10). Non abbiate paura, non temete: ecco l’annuncio di speranza. È per noi, oggi. Oggi. Sono le parole che Dio ci ripete nella notte che stiamo attraversando.
Stanotte conquistiamo un diritto fondamentale, che non ci sarà tolto: il diritto alla speranza. È una speranza nuova, viva, che viene da Dio. Non è mero ottimismo, non è una pacca sulle spalle o un incoraggiamento di circostanza, con un sorriso di passaggio. No. È un dono del Cielo, che non potevamo procurarci da soli. Tutto andrà bene, diciamo con tenacia in queste settimane, aggrappandoci alla bellezza della nostra umanità e facendo salire dal cuore parole di incoraggiamento. Ma, con l’andare dei giorni e il crescere dei timori, anche la speranza più audace può evaporare. La speranza di Gesù è diversa. Immette nel cuore la certezza che Dio sa volgere tutto al bene, perché persino dalla tomba fa uscire la vita.”

Per me, per noi, fare l’Asilo non ha mai significato solo riempire, anche nel senso migliore del termine, le ore in cui i bambini erano nei nostri locali. È sempre stato invece l’umile tentativo di comunicare ciò che di vero, buono, bello abbiamo incontrato.
La situazione attuale, così carica di incertezze e di sfide per il presente e il futuro, rende ancor più urgente questo impegno.
Non sapendo quando potremo riaprire la Scuola, vorremmo continuare l’esperienza dell’Asilo e ad incontrarci utilizzando i mezzi di comunicazione di cui disponiamo.
Con affetto e tanto desiderio di ri-incontrarvi.

Tino

Calangianus, 21 aprile 2020

PS. Naturalmente non ci sentiamo di chiedere nessuna retta per il mese di aprile e seguenti. Ci auguriamo che vengano assunti provvedimenti dal Governo e/o dalla Regione Sardegna che tengano conto della nostra situazione!
Naturalmente le offerte sono sempre necessarie e molto gradite!
Tino